Un classico più conosciuto consiste nelle orecchiette con il broccolo. In questo caso utilizzeremo il cavolfiore per conferire un gusto delicato alla preparazione. Vediamo come.
Ingredienti (per due persone)
1 piccolo cavolfiore (350g circa)
200 gr. di orecchiette integrali di pasta fresca
1 filetto di alice
1 spicchio di aglio
peperoncino Habanero Chocolate (o altro tipo se non ne avete) q.b.
olio EVO, sale rosso delle Hawaii, pepe Mix Creola
Preparazione
Pulire, lavare, mondare e dividere il cavolfiore; come si usa fare solitamente. Alla fine otterremo circa 300 grammi di cavolfiore pulito.
Disponiamolo in una pirofila adatta alla cottura in microonde e aggiungiamo tre/quattro cucchiai di acqua sul fondo. Copriamo il tutto e impostiamo la potenza al massimo (solitamente 750 watt). Inseriamo la pirofila e avviamo la cottura impostando il timer a 11 minuti. Disinteressiamoci del cavolfiore.
Prendiamo una pentola per lessare la pasta, riempiamola di acqua e accendiamo il fuoco al massimo. Ne frattempo mettiamo tre cucchiai di olio EVO sul fondo di una padella saltapasta. Aggiungiamo un filetto di alice e uno spicchio di aglio scamiciato, possibilmente privato dell’anima (lasciatela se volete che il gusto dell’aglio sia leggermente più presente) e il peperoncino Habanero tritato finemente a coltello. Per il momento non accendete il fuoco sotto la padella.
Se il timer del microonde non ha ancora suonato… aspettate che succeda. Non appena il cavolfiore è cotto trasferitelo in un frullatore e frullate tutto delicatamente ma molto finemente. Se utilizzerete un frullatore a bicchiere cercate di andare a bassa velocità (se regolabile) o ad impulso; con un frullatore ad immersione la manovra risulterà più facile. Non aggiungete liquidi in questa fase.
L’acqua della pasta dovrebbe cominciare a bollire. Calate le orecchiette e salate opportunamente. A questo punto accendete il fuoco sotto la padella con aglio, alice e peperoncino.
La pasta dovrebbe essere pronta in pochi minuti, prelevate poca acqua di cottura (uno o due cucchiai) e aggiungetela al cavolfiore unitamente ad un filo di olio EVO, poco pepe e sale. Frullate ulteriormente per amalgamare bene il tutto.
Quando la pasta sarà pronta scolatela poco e trasferitela nella padella. Tenete da parte un poco di acqua di cottura. Saltatela energicamente a fiamma vivace fino a quando non avrà formato un leggero velo cremoso sulla superficie delle orecchiette. Aggiungete l’acqua di cottura di tanto in tanto per non farla asciugare eccessivamente.
Passiamo a preparare i piatti: mettete due o tre cucchiai di vellutata di cavolfiore al centro del piatto, in questo caos un piatto fondo è decisamente adatto. Tenendolo con una mano, battete sotto di esso con il palmo dell’altra in modo che la vellutata di espanda in maniera uniformemente circolare. Aiutandovi con un cucchiaio da servizio, ponete al centro le orecchiette e servite immediatamente.
Cosa ascoltare
Stavo cercando tra i miei ricordi una canzone ricca di atmosfere delicate e dolci. Non vogliatemene se i testo riguarda un argomento molto serio paragonato al faceto di quello trattato in questo blog; tuttavia ascoltando il brano durante la scrittura della ricetta mi ha aiutato, e molto, a trovare la forma narrativa giusta. Ma torniamo al brano.
Diamante è una canzone cantata da Zucchero, al secolo Adelmo Fornaciari, nipote di Diamante Alduini Fornaciari (Diamante? uh… toh…) e si tratta di una canzone sulla guerra:
– La storia del testo è ambientata nel dopoguerra, Zucchero immagina i suoi nonni e la loro famiglia che si ritrovano nel loro paesino natìo, con una guerra finita e un cumulo di macerie. È una Domenica mattina, e la nonna di Zucchero osserva il duro lavoro dell’uomo che riesce a ricostruire dal nulla (fa fiorire i nevai), immersa nel verde della sua campagna.
Molto simbolico è il fatto che Diamante veda passare per mano “soldati e spose”, ovvero neomogli e neomariti, questi ultimi sposati in uniforme, essendo essa l’unico vestito “elegante” che avevano.
La canzone finisce con uno sconforto iniziale del nonno (Adelmo), che però si fa forza, dicendo a se stesso che “i bimbi grandi non piangono”, e il sostegno che gli dà la nonna chiamandolo, invitandolo a ricominciare insieme: “Delmo, Delmo, vin’a cà..” – (fonte http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=7143)
Si narra che sia stato lo stesso Zucchero a chiedere a Francesco De Gregori di scriverla (del cantautore romano il testo scritto a 4 mani con il cantante). Questa canzone contiene una citazione (come spesso succede nei brani di Zucchero) al brano dei 10cc, I’m not in love. Sul finire del testo viene inserita la traduzione diretta di “big boys don’t cry” contenuta nel riff del brano originale dei 10cc.
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